02 Mar Once in a lifetime: Malcolm McLaren
Il 22 gennaio 1946 nasce a Londra Malcolm Robert Andrew McLaren, di professione produttore, “musicante” e agitatore culturale. Malcolm aveva due grandi pregi, fiuto e tempismo, e su questi costruì un’esaltante carriera nel mondo musicale. Si discute spesso se attributi del genere integrino o meno delle reali qualità, ma, al di là dello stucchevole dibattito tra ortodossia e spregiudicatezza, va pur tuttavia considerato che la storia della musica e dell’umanità sia fatta proprio e anche di questo, del singolare e disinvolto peregrinare di persone la cui principale abilità è quella di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, per indiscutibile fortuna, vezzo, imperscrutabili traiettorie o perchè qualcosa le aveva magistralmente condotte sino a lì. Come nel caso del giovane McLaren che grazie all’intuito e ad una spiccata attitudine per gli affari anticipò e condizionò epocali cambiamenti sociali, culturali e di costume. Malcolm non era un creativo, ma piuttosto un visionario, uno che coltivava sempre punti di vista coraggiosi e originali rispetto al quotidiano. Nell’odierna retorica della start-up lo si potrebbe inserire nella categoria degli innovatori, ma in tal modo probabilmente finiremmo per fargli un torto, perchè Malcolm, in realtà, era molto di più, era un agevolatore culturale, un catalizzatore, un progettista, un provocatore, il tutto e il nulla, un curioso e attento osservatore di derive, leggero e evanescente ma anche concreto come un conto in banca. Malcolm barattava e rivendeva stili di vita. Lo aveva egregiamente fatto con il punk, importando e esponendo, in combutta con la moglie Vivienne Westwood, le oscure e lacerate tensioni del glam newyorchese in una vetrina al 430 di King’s Road e pianificando, poi, con un’improbabile ciurma di disadattati cronici, l’avventura mediatica dei Sex Pistols, straordinario esperimento situazionista e meravigliosa piccola grande truffa del rock’n’roll. Ci aveva pure riprovato un decennio dopo con l’hip hop e la contaminazione ma anche a lui qualche volta le ciambelle non riuscivano con il buco. Malcolm è stato un autentico genio della comunicazione, un fondista del marketing, il padre putativo di buona parte delle attuali tecniche virali e guerrilla oriented, il primo a intuire tutte le potenzialità commerciali di una complessiva e moderna visione dell’artista e delle sue performance, cavalcando, suggerendo e anticipando spesso l’effimero regno delle tendenze sempre sull’onda di ingaggi e percentuali da capogiro.