29 Giu Once in a lifetime: Paul Klee
Il 29 giugno 1940 muore a Muralto, nei dintorni di Locarno, in Svizzera, Ernst Paul Klee, artista e pittore. Paul era un uomo delle arti. Sin da bambino aveva imparato a padroneggiare le tecniche pittoriche e tutto l’ampio spettro delle discipline espressive. Tra tutte la musica ne catturò rapidamente l’anima. Paul crebbe tra le note impadronendosi di una complessa grammatica che in quell’epoca di grandi tensioni regalava straordinari spunti per interpretare il mondo. Fu sull’onda di partiture meccaniche e ritmiche che, in quegli anni veloci e incerti, prese a frequentare universi intimi e fantasiosi. Fu grazie alla musica che Paul cominciò a leggere la realtà e i suoi mille volti, a tradurne il significato declinandone dubbi e paure: con le linee dello spartito finì per ingaggiare una sottile guerra scoprendosi infine ben più audace e coraggioso di quanto avesse creduto. Quegli ascolti lasciarono il segno spalancando porte e spazi e mettendolo in contatto con dimensioni interiori immaginifiche e potenti, popolate da curve e geometriche simmetrie. A quelle note Paul rimarrà sempre vicino. Nonostante altri saranno i territori che presidierà quelle atone disarmonie finiranno per diventare il la colonna sonora di una poliedrica personalità alla continua ricerca di punti di vista diversi e multiformi.
Un vero creativo
Quel vorticoso culto per la musica e tutte le arti espressive, la pittura, la poesia e la filosofia divenne un suo saldo e costante punto di riferimento. Klee era un’anima creativa. Vedeva e avvertiva cose che appartenevano ad un universo diverso, parallelo e contiguo. Con quelle armi artigiane e quel sentire emotivo interpretava il mondo con sensibilità utilizzando liberamente diversi codici stilistici come fossero la sintassi di base di un nuovo linguaggio moderno e contemporaneo. Perché Paul era alla ricerca di una chiave di accesso a corde nascoste e profonde, perché pensava che proprio quello fosse lo scopo di ogni espressione artistica: emozionare e riflettere per avvicinarsi alla natura e ai grandi misteri dell’esistenza.
Astrazione e paradigmi
Era al mondo figurativo dell’infanzia, a quegli sconfinati territori emotivi, che Paul cominciò a guardare con sempre maggiore attenzione. Fu inseguendo infatti quelle traiettorie che, al pari di Wassily Kandinskij, mutuò l’idea di una pittura che si fondasse su caratteri totalmente astratti. Ma, a differenza di molti suoi compagni di strada, per Klee l’astrattismo rimase un mero punto di partenza per dare una nuova dimensione ad una pittura finalmente libera da schemi e paradigmi, radicalmente innovativa per forme e contenuti. Erano anni straordinari per tutto quello che stava accadendo alle discipline artistiche ma, purtroppo, anche anni di tragiche preoccupazioni e cupi presentimenti per quanto sarebbe accaduto alla Vecchia Europa e al mondo, ormai pericolosamente sull’orlo del baratro. Klee aveva attraversato tutte le tensioni che stavano trasformando l’idea dell’arte e della contemporaneità, aveva assaporato l’esprit delle prime avanguardie storiche, pronte a tagliare con il passato per consegnarsi alla ricerca di nuove strade. Di tutto era riuscito a trattenere qualcosa: dal “Der Blaue Reiter” al cubismo, dal surrealismo alla “nuova secessione di Monaco”, dal fauvismo al provocatorio e visionario design razionale della Bauhaus, dove Walter Gropius in persona lo aveva chiamato ad insegnare.
Ombre tragiche
Quel sogno si interrompe però drammaticamente all’allungarsi delle prime oscure ombre del nazionalsocialismo. I gerarchi di Hitler considerano infatti i suoi percorsi espressivi, al pari di quelli di buona parte dei suoi colleghi, il paradigma di un’arte degenerata e malsana, da vietare, proibire e distruggere. Sottoposto a pressioni e intimidazioni, Klee viene obbligato ad abbandonare il paese nel corso di una precipitosa fuga. Paul lascia la casa di Dessau alla volta di Dusseldorf e ripara, quindi, a Berna, in Svizzera, dove però i primi segni di una rara e letale malattia, la sclerodermia, cominciano inesorabilmente a manifestarsi. Solo cinque anni piu’ tardi Paul lascerà per sempre tele, pennelli e il suo posto nel mondo.
Un percorso onirico
Il suo percorso onirico e sognante ha influenzato la modernità e diverse decine di artisti successivi, da Rothko a Mirò passando per Pollock e Ronsenquist. Klee è stato un assoluto precursore nell’uso delle linee e del colore. A dispetto delle sembianze e delle suggestioni che ancora suscitano i suoi lavori, la sua ricerca artistica si improntò sempre a requisiti di rigorosita’ e autorevolezza, seria e severa sia nell’applicazione degli strumenti che nella catalogazione delle forme. Nelle sue opere, come scrisse lui stesso, “il disegno rimane in assoluto l’arte di condurre una linea a fare una passeggiata”. E in quelle straordinarie tele a far compagnia a quei tratti Klee convocò tutta l’umanità e i sentimenti di cui l’uomo può disporre. «L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.»