05 Mar Once in a lifetime: Libero Liberati
Il 5 marzo 1962 muore a Terni Libero Liberati, di professione pilota motociclistico. Libero veniva dalla provincia. Era cresciuto in sella alle moto. Le pilotava ma solo per diletto, almeno inizialmente, per spostarsi veloce, per andare in fabbrica a Terni a prendere il bilico e a caricarlo di acciaio. Perchè Libero per vivere faceva il camionista. Non aveva capitali o risorse, sponsor influenti o genitori disponibili a sostenerlo. Anzi, suo padre era fermamente contrario a quella singolare e bislacca idea. Libero non aveva insomma alcuna possibilità per iniziare a correre. Ma aveva però un gran cuore e molti amici. Ed è proprio grazie a loro, alla loro generosità e ad una improvvisata colletta che, nell’immediato dopoguerra, il destino lo mette in sella ad una potente Guzzi Dondolino da 500 cm³. E’ l’inizio di una carriera trascorsa a tutta velocità, dentro e fuori dalle diverse classi e dai principali anelli stradali italiani ed esteri, a battagliare con gli avversari, i pregiudizi e gli spietati ordini di scuderia. Perchè i primi anni sono difficili. Libero deve sgomitare per farsi largo, per conquistare la fiducia e il favore del pubblico. Ma il suo è un talento puro, destinato ad emergere nonostante le traversie. In breve diventa infatti un autentico mago delle traiettorie, agile e pronto ad assecondare le pieghe di ogni nastro d’asfalto. Merito della forza e del coraggio ma anche della sua affezionata Gilera Saturno, alla cui guida diventa il dominatore delle monocilindriche. La sua ascesa continua di vittoria in vittoria, di anno in anno, sino alla conquista del titolo mondiale del 1957, conteso e strappato al grande Surtees e all’inglese McIntyre. Fu una stagione davvero memorabile. Liberati vince a Monza, a Spa e a Dundrod, ma è ad Hockenheim che entra nella leggenda aggiudicandosi il Gran Premio di Germania nelle categorie della 350 e della 500 sotto una burrasca di pioggia e vento. Ma al termine di quella vittoriosa stagione la Gilera decide di chiudere con le competizioni e smobilitare. La MV Agusta lo corteggia a lungo ma lui preferisce attendere il ritorno alle corse del marchio di Arcore. Gareggia quindi con diversi mezzi privati ma, nonostante la classe e l’innata capacità, fatica a reggere il confronto con le scuderie ufficiali. In pista purtroppo non c’è storia e tocca subire. Libero sopporta in silenzio e attende il gran giorno che pare affacciarsi all’alba della stagione del 1962. La Gilera sembra infatti sul punto di rientrare e Libero riprende duramente ad allenarsi per farsi trovare pronto all’appuntamento. Ma la sorte ha in serbo ben altri piani per il “cavaliere d’acciaio”. Così, in un piovoso giorno di Marzo di cinquantatre anni fa, mentre si allena lungo la statale 209 della Valnerina, Libero e la sua potente Saturno scivolano via sull’asfalto a Cervara andando violentemente a sbattere contro la roccia. Cala così il sipario sul suo sogno, sul suo titolo mondiale, sulle 39 vittorie e sulle due Coppe d’Oro Shell. Ma il suo ricordo rimane comunque ben saldo nel cuore della sua città, della sua gente e del suo pubblico, dei compagni di squadra e di tutto l’ambiente. Alla sua memoria il Comune di Terni intitolerà lo stadio. Rimarrà uno dei rarissimi casi in cui un tempio del pallone sia stato dedicato ad un campione di uno sport diverso.